mercoledì 16 ottobre 2013

NON E' AFFARE DI DONNA

Ben venga la letteratura femminile. Ma il mondo del femminile non è affare di donna. Non è una questione da sbrigare tra di noi. Ogni donna, in quanto donna, ha il compito di diventare donna e si sa che la maturità è un affare personale; ma il compito di conoscere, comprendere, ritrarre la donna, è affare di ciascuno. O meglio, di chiunque abbia il desiderio di sondare quell’universo sconfinato che è la specie uomo, che si dà nelle versioni U-D. Non voglio arrivare a dire che gli uomini debbano sentire il bisogno di tratteggiare la complessa figura femminile, ma forse siamo proprio noi donne che soffochiamo e screditiamo qualunque contributo “esterno”, scoraggiando qualsiasi uomo-U che per curiosità intellettuale fosse spinto a indagare qualche tratto dell’uomo-D. Non monopolizziamo un sapere.
Aggirandomi recentemente per la biblioteca mi è sorta questa riflessione che mi porta a lanciare un appello: se raccogliamo con perizia dati sulla attuale condizione della donna, se realizziamo un’inchiesta seria, per favore non pubblichiamo il testo con la copertina fucsia! Quale uomo mai si avvicinerà allo scaffale per prendere in mano un libro che ha tutto della “donnicciola”? Come pensiamo di essere prese sul serio se non sappiamo prenderci sul serio? Se non sappiamo rinunciare ad un processo di editing efficace sul piano commerciale ma del tutto ininfluente su quello culturale? Qualsiasi riflessione contenuta tra le pagine è compromessa dal colore ostentato della copertina. Fucsia.
Non di certo un esibito femminismo farà emergere l’autenticità della differenza sessuale. E la questione non è del femminile, ma è del maschile e femminile insieme. Come dire dell’uomo senza la donna? E come della donna senza l’uomo? I due non possono dirsi senza, non per romanticismo ma perché il distorcere dell’uno scolorisce l’altro. 

Elena

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