martedì 8 ottobre 2013

CHE TI RIDI?


E' luogo comune pensare ai filosofi come individui distratti, con la testa tra le nuvole. Famoso è l'aneddoto, che racconta Platone, della schiavetta tracia che, vedendo il filosofo Talete cadere in un pozzo mentre contemplava il cielo e il moto degli astri, scoppiò a ridere; ed è lo stesso Platone che aggiunge: «Chiunque consacri la sua vita alla filosofia è esposto a simile scherno… La folla intera del volgo si unirà alla serva di Tracia del ridere di lui…poiché nella sua goffaggine fa la figura dello scimunito»
(Teeteto).

Bene, non siamo di certo qui a convincervi del contrario, non vogliamo in alcun modo sfatare alcuni miti che durano da secoli, né tanto meno dimostrare che all'opposto di quello che si pensa anche i filosofi sono dotati di senso pratico, del dono della sintesi e sopratutto della chiarezza espositiva. Non temete, nulla di tutto questo!

Anzi, se possibile, ribadiremo quello che secondo noi è centrale della filosofia, ovvero l'esercizio del pensiero, senza il quale siamo convinte che non si vada da nessuna parte, anzi, la cui soppressione potrebbe avere davvero conseguenze disastrose. 

E allora prendiamoci e prendetevi questo spazio per riflettere, per rimanere anche solo per due minuti soprappensiero, per incentivare quel dialogo tra sé e sé, che come dice Hannah Arendt, è l'essenza stessa del pensiero.


Giulia&Elena

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