Topolino è l’apprendista stregone di un vecchio mago che gli affida come compito quello di pulire le stanze durante la sua assenza. Ma perché faticare quando ci si può avvalere di un potere come quello della magia e far fare alle cose ciò che avremmo dovuto fare noi?
Ecco che allora l’imprudente Topolino con in testa il
cappello del mago dà vita alla scopa lasciando che essa faccia quello che lui
non ha voglia di fare. E forte di questo potere appena conquistato si abbandona
al sonno e ai sogni lasciando che la scopa animata faccia il suo dovere…
Tutti conosciamo come finisce la storia dell’apprendista
stregone, reso famoso dal cartone animato della Disney ma che in realtà veniva
già riportato da Goethe nel Faust.
Tale episodio ci ricorda una delle caratteristiche
fondamentali dell’agire: la sua imprevedibilità.
Con l’azione noi tutti diamo inizio a qualcosa di nuovo; è nell’agire che
esprimiamo il nostro potere. Ma a volte accade che questo potere sfugga dalle
nostre mani e non sappiamo fino in fondo come andrà a finire ciò a cui abbiamo
dato inizio. Una sorta di effetto domino che si propaga, un’incapacità di
valutare fino in fondo quali saranno le conseguenze del nostro agire.
Da dove ci viene questo potere? La filosofa Hannah Arendt ci
risponderebbe che tale potere ci è dato in quanto siamo nati. Ogni nascita,
ogni “venuto al mondo” porta in sè il nuovo, una novità che dà inizio, che
comincia. Tale capacità di inizio, tale potere di cominciare qualcosa di nuovo
noi lo conserviamo nell’azione, nell’agire. E il nostro essere “nati per
cominciare” è ciò che permette – secondo Arendt – di sottrarci alla necessità e
alla ripetitività e di introdurre nel mondo l’inatteso, l’inaspettato. Al punto
che ogni nascita appare – da questo punto di vista – miracolosa, proprio perché
in grado di introdurre un nuovo corso all’interno della storia dell’uomo.
Nella vita siamo quindi un po’ tutti degli apprendisti
stregoni, non sempre capaci di gestire il potere che ci è stato dato o che
decidiamo di assumerci. Ed è questo potere che chiama inevitabilmente in causa
la nostra responsabilità. Siamo responsabili di fronte alle nostre azioni, e
soprattutto di fronte alle conseguenze che da esse sono provocate. E siamo
responsabili perché siamo liberi, perché siamo nati nella libertà e alla
libertà.
Come tutti i poteri di cui l’uomo è dotato e si dota la
questione fondamentale è allora quella del buon uso di tale potere. Per non
rischiare di far la fine dell’apprendista stregone.
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