lunedì 14 ottobre 2013

Filosof…cosa?!


Quest'estate mi è stato chiesto come si fa a filosofeggiare… Un quesito simile mi era già stato posto un paio di anni fa da una classe di terza superiore dal cui professore di filosofia ero stata coinvolta per partecipare ad un progetto. Anche questi ragazzi volevano sapere cosa fa il filosofo, di cosa si occupa. 

Questo tipo di domande mi prendono sempre un po' alla sprovvista; su due piedi non so mai cosa rispondere, di solito me la cavo blaterando qualcosa, che poi mi rendo conto a posteriori non essere chiaro nemmeno per me. 
Vediamo se, mettendo le cose nero su bianco, riesco a fare un po' di ordine anche nella mia testa.

Sicuramente il fare filosofia dei filosofi non è la disciplina scolastica che si studia nei licei. Nei licei si insegna la storia della filosofia: chi, quando, dove e perché ha detto e scritto determinate cose. Solitamente il percorso è svolto in ordine cronologico: da Talete alla filosofia del Novecento. Non che questo tipo di insegnamento sia un male, intendiamoci, la storia della filosofia si studia anche all'università, e serve a capire come il pensiero occidentale si è sviluppato lungo i secoli, da cosa è stato influenzato e cosa è riuscito ad influenzare. 
Quello che però dovrebbe risultare chiaro anche da questo studio cronologico della filosofia è che ogni filosofo, e chiunque voglia filosofare, parte da una domanda, da un perché. Quella che viene considerata la domanda fondamentale della filosofia, così come ci viene indicata da Leibniz, e poi ripresa e rilanciata da Heidegger è: "perché esiste l'essere piuttosto che il nulla?". Ma non è necessario spingersi così in là per misurarsi con la filosofia. Bastano dei perché più semplici. 
Chi filosofa in fondo non fa altro che riflettere sulla realtà. E con la realtà noi abbiamo a che fare tutti i giorni. Solo che non sempre abbiamo il tempo per fermarci a pensare su di essa. Il filosofo non si occupa di cose strane, alla fine il suo pane quotidiano è l'esistenza: la sua, quella degli altri, quella di Dio, quella del mondo… Si pone delle domande su questa realtà e va alla ricerca delle risposte, che non sempre arrivano, non sempre sono definitive, anzi solitamente sono spunti per nuove domande. 
Ecco, a chi mi chiede cosa fa il filosofo potrei proprio rispondere che FA DOMANDE. Come un bambino. Ma poi dovrebbe cercare da solo, leggendo, documentandosi, e soprattutto pensando, la risposta. 

Ma un altro compito che mi sento di affidare ai filosofi è quello che si esercita attraverso la critica, cioè la messa in discussione di tutto ciò che è dato per vero, giusto, buono, bello in modo assoluto o quasi. Il filosofo secondo me è chiamato, oggi forse ancor di più, a non fermarsi alla superficie delle cose, degli eventi, delle notizie, ma a scavare. A verificare se ciò che ci viene passato per vero è vero veramente. Un mio professore diceva che in filosofia non esiste il principio di autorità. Ora, questo non significa che vige l'anarchia più assoluta, ma semplicemente ognuno è chiamato a "pensare con la propria testa". 

L'esercizio del pensiero libero e critico è fondante in filosofia. Non serve di certo una laurea per esercitarlo. Siamo tutti dotati di una mente pensate, quindi potenzialmente siamo tutti un po' filosofi. Basta non perdere la capacità e la curiosità di porre domande. 


                                                 Giulia




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